L’isola sotto al mare-Autore:Isabel Allende

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  1. mammaika
     
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    L’isola sotto al mare



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    Titolo:
    L'isola sotto al mare
    Autore:
    Isabel Allende
    Editore:
    Feltrinelli
    Anno:
    2009
    Prezzo:
    19,50 €
    Pagine:
    426
    “Aspetta, Tété. Vediamo se ci aiuti a risolvere un dubbio. Il dottor Parmentier sostiene che i neri siano umani quanto i bianchi e io dico il contrario. Tu che ne pensi?” le domandò Valmorain, in un tono che al dottore sembrò più paterno che sarcastico.

    Lei rimase muta, con gli occhi rivolti a terra e le mani giunte.

    “Forza, Teté, rispondi senza timore. Sto aspettando…”

    “Il padrone ha sempre ragione” mormorò lei in conclusione.

    “In altre parole, pensi che i neri non siano completamente umani…”

    “Un essere che non è umano non ha opinioni, padrone.”

    Sullo sfondo un’umanità “soffocata” dal caldo tropicale e dalla violenza, in primo piano la storia di Zaritè, detta Tetè. Ancora una donna, ancora una donna con tutto il suo mondo interiore, il suo travaglio e soprattutto la sua energia combattiva e la sua tenacia, caratteristiche che contraddistinguono tutti i personaggi femminili di Isabel Allende.

    Sarà “colpa” di uno slancio del suo spirito o di una predisposizione forse autobiografica verso la lotta tutta femminile per i diritti e per non soccombere, ma la scrittrice plasma L’Isola sotto il mare facendolo diventare un “romanzo del riscatto”, un cammino per l’affrancamento, distante nel tempo eppure così vicino, tanto che in ogni pagina è possibile annusare gli odori, sentire i sapori, vedere con la mente tutto ciò che accade.

    L’autrice spazia dalle isole tropicali all’Africa nera, inseguendo l’anima di Tetè, la schiava, e la lunga strada che la condurrà alla bramata libertà.

    Tra immagini storiche, surreali e a tratti visionarie, la Allende percorre una parte della storia di Santo Domingo attraverso i suoi personaggi, trattando in maniera magistrale, cruda e allo stesso tempo delicata, l’estrema tragedia della schiavitù e della lotta che, partita dal “basso” ha portato alla sua parziale abolizione.

    Ai Tropici, alla fine del Settecento, Zaritè Sedella, detta Tetè, viene “comprata” all’età di 9 anni, costretta a seguire il suo padrone Toulouse Valmorain, che giunge dalla Francia per amministrare le sue piantagioni di zucchero, in un’isola i cui abitanti sono stati ormai completamente sterminati e dove le condizioni disumane in cui versano gli schiavi africani fanno parte della normalità.

    È in questo clima che Tetè cresce, con la voglia di libertà che le scorre nelle vene, tra le canne da zucchero, la danza, la magia, tra la paura e la voglia di amare, tra passioni travolgenti e immani brutalità.

    Il suo coraggio la rende l’eroina per eccellenza del romanzo e della storia che è chiamata a vivere; numerosi e fantastici i personaggi positivi e negativi che la accompagneranno, soldati, prostitute, nobili e pirati.

    In un turbinio di umiliazioni e dolori, la sua battaglia andrà avanti, portando in grembo i “figli della violenza” e conducendo per mano quelli non suoi, ma amandoli come frutto della propria carne, come avviene con Maurice, figlio di Valmorain e di sua moglie che sprofonda nell’oblio dell’oppio dopo aver dato alla luce il bambino.

    Zaritè è una donna complessa, schiava, schiacciata, ma brillante ed energica, che si oppone alla vita e la affronta, che guarda con fervore le avversità e le tragedie che affollano il suo percorso.

    Questa sua passionalità e grinta diventano il bersaglio preferito di Valmorain, che per vent’anni, con la sua meschinità e mediocrità, non risparmierà di mortificarla e di ostacolarla, livido per la meraviglia e lo splendore che scorre nelle vene e trasuda da ogni poro della pelle della schiava Zaritè, una bellezza che lui, inetto e perfido, non potrà mai possedere.

    Il dilagare della Rivoluzione Francese arriva tardi a Santo Domingo, ma quando l’ira degli schiavi esplode, nessun posto è più sicuro per i bianchi. Nonostante tutto, di fronte al dilagare delle violenze, Zaritè aiuterà Toulouse Valmorain a fuggire e lo farà per l’immenso amore verso i suoi bambini, chiedendo in cambio l’emancipazione per sé e per la sua piccola Rosette.

    E grazie all’incontro con personaggi positivi, Tetè otterrà, sebbene con estrema fatica, ciò per cui ha combattuto per tutta la vita, la libertà. L’ultimo regalo della sorte sarà infine l’incontro, nella maturità, con Zacharie, l’uomo che sarà il suo compagno fedele per il resto dei suoi giorni.

    Isabel Allende continua il suo affascinante percorso nell’animo delle donne, scegliendo ancora una volta un personaggio femminile a cui dare la parola, rappresentando allo stesso tempo una tragedia d’amore e di libertà senza tempo.

    Il romanzo raggiunge picchi di liricità incommensurabili, lasciando spesso senza fiato per l’immensa profondità dei racconti. Tutti i personaggi hanno qualcosa di importante da rivelare, attraverso una narrazione incalzante, intrighi, poesia, passione e soprattutto i numerosi colpi di scena.

    È una denuncia sempre attuale ai soprusi degli uomini contro gli uomini, è un elogio alla forza d’animo, è un inno alla libertà e all’uguaglianza, sottoforma di danza sfrenata, la stessa che accompagnerà il corpo e l’anima di Zaritè per il resto della sua vita.

     
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  2. tiziblu55
     
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    :)
     
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1 replies since 26/9/2012, 21:24   15 views
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