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Sassari, il clan della coca
a giudizio dopo venti anni
Ci sono voluti vent'anni per trascinare alla sbarra la presunta banda della coca della Riviera del Corallo. Quindici i trafficanti: gli algheresi (dettaglianti) con i loro complici romani (grossisti) questi ultimi vicini a un clan calabrese (Morabito), fornitori in Colombia e contatti con trafficanti mediorentali (un libanese con base a Cipro).
Ci sono voluti vent'anni per trascinare alla sbarra la presunta banda della coca della Riviera del Corallo. Quindici i trafficanti: gli algheresi (dettaglianti) con i loro complici romani (grossisti) questi ultimi vicini a un clan calabrese (Morabito), con aderenze camorristiche (famiglia Zaza), fornitori in Colombia e contatti con trafficanti mediorentali (un libanese con base a Cipro).
BANDA Un'associazione a delinquere finalizzata al traffico di cocaina che arriva in aula a 19 anni dagli arresti: le manette sono scattate nel dicembre del 91. In questo lasso di tempo il procedimento giudiziario si è arenato. Dopo una prima udienza davanti al Gip del Tribunale di Sassari, gli incartamenti sono ritornati in Procura, ma nel tragitto tra un ufficio e l'altro le carte sono sparite. Un vero mistero. Per 19 anni nessun passo in avanti in una vicenda con fiumi di cocaina, poliziotti eroi, infiltrati e testimoni chiave. Una storia giudiziaria che per il contesto in cui si muove e per alcuni risvolti romanzeschi potrebbe sembrare la trama di un giallo.
Ora per tutti gli accusati che da due decenni attendono di essere giudicati è arrivato il momento di varcare le porte di un'aula di Tribunale. Sapendo già che il loro procedimento giudiziario si concluderà, probabilmente, con la prescrizione (2011).
ACCELERAZIONE Il sostituto procuratore Gianni Caria, nuovo titolare dell'inchiesta, ha chiesto il rinvio a giudizio lo scorso giugno, ma solo dopo l'avvio di una verifica interna alla Procura (disposta dal procuratore capo Roberto Saieva) e la ricostruzione del fascicolo recuperando i documenti di accusa e le intercettazioni (tre scatole) dagli archivi della polizia e dei tribunali del riesame.
IMPUTATI L'udienza preliminare davanti al giudice Antonio Pietro Spanu si terrà il prossimo otto di ottobre. Gli imputati sono Giovanni Galena ( 57 anni di Alghero), Mario Scarpa (59 anni di Alghero), Giovanni Lorenzo Budruni (55 anni di Alghero), Salvatore Budruni (57 anni di Alghero), Gervasio Madeddu (56 anni di Alghero), Giuseppe Ballone (53 anni di Alghero), Enrico Madeddu (58 anni di Alghero), Antonio Martiri (57 anni di Alghero), Giovanni Chessa (50 anni di Alghero), Ezio Tontini (56 anni di Roma), Lorella Giovanelli (52 anni di Roma), Marcello Addazio (49 anni di Roma), Massimo D'Onofrio (47 anni di Roma), Massimo Bianco (54 anni di Monte Porzio), Corrado Mirabella (52 anni di Roma). Gli imputati sono difesi dagli avvocati Dino Milia, Franco Luigi Satta, Antonio Mameli, Claudio Montalto, Agostinangelo Marras, Sebastiano Chironi, Piero Arru, Francesco Giordano, Claudio Sforza, Salvatore Porcu, Francesco Carboni, Gianluigi Raponi.
BOSS Il capo dei capi, una figura ambigua a dir il vero, era Ezio Tontini, un piccolo imprenditore di Roma agganciato alla criminalità organizzata. Era lui che riforniva i presunti trafficanti algheresi. Un doppiogiochista: finito in disgrazia (uomini del clan Morabito lo cercavano per il mancato pagamento di una partita di droga), offre la propria collaborazione all'Agenzia nazionale contro la droga (Antimafia); afferma di avere notizie importanti sul sequestro De Pascale (un medico calabrese rapito dalle cosche nel 90); chiede tutela alla squadra mobile di Roma dopo l'ennesimo avvertimento dei calabresi (deposizione raccolta da Nicola Calipari, l'agente del Sismi ucciso in Iraq da un marine americano durante la liberazione della giornalista Giuliana Sgrena). Adesso tutti in aula. Ma con molta calma.
MAURIZIO OLANDI
Sabato 07 agosto 2010 07.51
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^Maggy65^.
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tiziblu55.
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HO CAPITO BENE, DOPO VENT'ANNI? 
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