Le condizioni di Giampiero Mele peggiorano. “Voglio morire”

FONT EILPAESENUOVO

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  1. mammaika
     
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    Le condizioni di Giampiero Mele peggiorano. “Voglio morire”

    . .Lecce (salento) - Oggi il pm Guglielmo Cataldi conferirà l’incarico al medico Alberto Tortorella di eseguire l’autopsia sul corpicino del piccolo Stefano ucciso a Torre S. Giovanni. Intanto Giampiero Mele potrebbe essere trasferito nel nosocomio di Campi Salentina.

    (Veronica Valente) - Questa mattina il pm Guglielmo Cataldi conferirà al medico Alberto Tortorella l’incarico di eseguire l’autopsia sul cadavere del corpicino di Stefano, il bimbo di due anni sgozzato con un taglierino dal padre Giampiero Mele, 25enne di Taurisano. L’assassino aveva portato con sè il piccolo in una residenza estiva a Torre San Giovanni, sul litorale di Ugento, con un’idea chiara in testa: uccidere il figlioletto e poi togliersi la vita.

    “Lo porto via con me – avrebbe scritto su un biglietto trovato nella casetta degli orrori al primo piano di via Monte Pollino - Stefano non può vivere in questo modo”. Ma il piano folle è riuscito solo per metà, perché proprio l’artefice non è stato in grado di togliere la sua di vita. Ci ha provato in vari modi: prima ha tentato di impiccarsi, poi ha bevuto della varichina, e infine si è tagliato i polsi. Ma al termine di questa sequenza, ha composto il numero di telefono della compagna, Angelica Bolognese, con la quale viveva un turbolento periodo di crisi: “Ho ammazzato il bambino - le ha riferito al telefono - vieni a prendere il suo corpo. Adesso mi ammazzo anch’io”. Quelle parole agghiaccianti hanno raggiunto Angelica che ha allertato il padre, maresciallo della Finanza, il quale a sua volta ha chiamato i soccorsi. Purtroppo quelle parole rispecchiavano un altrettanto agghiacciante verità. Entrati in casa le urla e le lacrime dei medici del 118, di carabinieri, finanzieri, e scientifica alla vista di Stefano disteso su un lettino con la testa piegata, in un lago di sangue. Piangono tutti, i parenti accorsi, e chi nemmeno aveva mai visto quell’angioletto. Ma nemmeno la disperazione collettiva raggiunge il dolore della giovane mamma, che in un caldo pomeriggio di fine giugno ha perso tutto. La cosa più bella che aveva. Il suo angioletto ucciso brutalmente da un macellaio. Un macellaio spietato che porta le mani del suo uomo.

    Lui che dopo essere stato trasferito nell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce per accertamenti sulla sostanza ingerita, adesso è ritornato nel nosocomio “Francesco Ferrari” di Casarano, dove è ricoverato nel reparto rianimazione, piantonato dalle forze dell’ordine. Lui che aveva pianificato tutto: in mattinata era andato a Giorgilorio, quartiere di Surbo, a casa dei nonni materni, ai quali aveva detto “prendo Stefano, lo porto con me al mare”. Poi salito in macchina, una Twingo grigio chiara, col piccolo, quando oramai aveva raggiunto Torre San Giovanni, si era fermato in un negozio di ferramenta ed aveva acquistato dieci metri di corda, e un coltellino. Questo è accaduto in soli dieci minuti, tra le 10.55 e le 11.06. Poi, è uscito dal negozio, si è rimesso al volante, fino a che raggiunta la casetta ha dato inizio alla sua trasformazione: da padre docile e premuroso, con una laurea da poco conseguita in Economia è diventato un gelido e spietato macellaio di un agnellino. Tutto questo per non aver accettato la separazione dalla compagnia. Adesso dice di voler morire, probabilmente succhiato dal rimorso. Le sue condizioni pare si siano aggravate. Intanto fuori ad attenderlo ci sono il dolore e la rabbia di due famiglie e di un’intera città sotto choc.

     
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  2. ^Maggy65^
     
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  3. mammaika
     
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  4. mammaika
     
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3 replies since 2/7/2010, 07:52   616 views
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