''Vincenzo io t'ammazzero'''

Posted on 12/10/2009, 16:27

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''Vincenzo io t'ammazzero'''

di Vincenzo Micocci

Ha iniziato a produrre musica 60 anni fa, sposando l'arte di trasformare la musica in prodotto musicale. Ha vinto diversi Sanremo e, insieme al direttore storico della Rca italiana Ennio Melis, invento' il termine 'cantautore', descrivendo perfettamente il cambiamento in atto nella musica degli anni '60. Vincenzo Micocci, da sempre convinto che una canzone di qualita' possa anche essere un successo commerciale, racconta la sua avventura artistica in questo libro che, come dice il sottotitolo e' 'La storia dell'uomo che invento' i cantautori'. Ha scoperto Edoardo Vianello e Nico Fidenco, lavorato con Renato Rascel, rilanciato Nilla Pizzi. Ai tempi della Dolce Vita riusci' persino a convincere Giuseppe Ungaretti a registrare un lp per la Rca. E' stato anche l'artefice del clamoroso successo di Bobby Solo al Festival di Sanremo nel '64 con Una lacrima sul viso, primo 45 giri a superare la soglia del milione di copie vendute. E ha contribuito a scoprire e a lanciare nomi del calibro di Francesco De Gregori, Antonello Venditti (che si presentarono come traduttori di Dylan e Cohen) e Rino Gaetano. E' pero' anche il Vincenzo che Alberto Fortis voleva ammazzare in un suo successo di diversi anni fa, 'Milano e Vincenzo', scritta nelle more di un contratto discografico che non arrivava, e che delinea il difficile rapporto tra chi fa musica e chi la produce.

Micocci ha preso in prestito il verso piu' celebre della canzone-invettiva di Fortis per titolare questo suo racconto, che e' uno sguardo acuto e inedito sul mondo della musica leggera italiana degli ultimi 40 anni. ''Chissa' dottor Micocci se chi oggi sta al posto suo in questo campo di fragole, riuscira' a coglierne cosi' tante come ha fatto lei? Io ne dubito'', scrive Fortis nella prefazione, ricomponendo con affetto i contrasti di un tempo. Si parte dalla sua adolescenza di giovane appassionato di musica e scampato alle atrocita' della guerra, per arrivare alle prime esperienze nel settore musicale, confluite alla fine del '57 nella direzione artistica della Rca. Intuisce il potenziale delle colonne sonore e inizia a pubblicarle su disco, tenendo a battesimo Ennio Morricone e Luis Bacalov. Nel 1970 fonda la It, etichetta indipendente alla quale si dedichera' per oltre 20 anni.

Nel racconto incrocia storie e personaggi, ricordi e considerazioni. ''Pasolini era rock - scriveva nel '95 Micocci, che alla fine degli anni '60 pubblico' 'Luna di giorno, le canzoni di Pier Paolo Pasolini' - Se c'e' uno scrittore nel senso vero del termine 'rock' al mondo e' proprio lui''. Ricorda quando, nell'87, la Fininvest comunico' alla Siae che le sue tv non avrebbero pagato i regolari diritti d'autore per le musiche dei suoi programmi. Tentativo respinto da scrittori, musicisti, autori di canzoni, teatro e radiotelevisivi, che ''seppero opporsi a quella scandalosa proposta'' con una grande mobilitazione. ''Con la mia It - scrive - ci siamo occupati di questa vicenda come se fosse una questione di vita o di morte'', aggiunge Micocci che con Roman Vlad, allora presidente Siae, ando' da Silvio Berlusconi, ''incontro che risulto' decisivo per la nostra vittoria finale''.

Ad impreziosire il libro, molte foto di artisti ai loro esordi e le testimonianze di chi gli e' stato accanto, da Venditti a Gianni Meccia, da Edoardo Vianello a Gianfranco Baldazzi e Pasquale Panella. 'La musica e' finita?' e' il titolo di un capitolo sulla situazione attuale: ''Avere permesso il proliferare dei mercati 'liberi' del falso e del contraffatto - scrive Micocci - ha prodotto a lungo andare il soffocamento della creatività, l'attuale 'crisi del prodotto culturale' e, quindi della Cultura. Che e' comunque diritto a una vita migliore''.

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