"Il tempo invecchia in fretta"

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    "Il tempo invecchia in fretta"



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    Sara' il tempo a giudicare, si dice a proposito degli avvenimenti storici, ma oggi il tempo ''invecchia in fretta'', passa rapidamente o perde senso nell'era del tempo reale e della simultaneita' e l'Europa in cui molti sono cresciuti, quella dei blocchi prima della caduta del Muro, ora ha confini piu' sfumati, valori da ridefinire, coinvolta in una serie di guerre vicine e lontane.

    Vivono e sono espressione, sofferta, di questa realta' i personaggi del nuovo libro di Antonio Tabucchi, che torna alla misura del racconto, che sa rendere come pochi preziosa, intensa e poetica, grazie a una padronanza della scrittura, a una pulizia di stile che fa affiorare tutto quanto l'autore non dice direttamente, quel che resta non detto. I suoi personaggi sono colti in un presente quotidiano, ma vivono nel passato, che riemerge e più o meno a sorpresa, dona senso a quel che leggiamo, uno scambio vago di battute tra una bambina e un uomo su una spiaggia o un vecchio che ricorda al figlio di vivere la sua vita senza pensare al passato al paese da cui venivano i suoi genitori, la Romania di Ceausescu.

    La verita' e' che tutti, coscienti o incoscienti, siamo segnati dalla storia, caotica, tragica e esaltante che abbiamo attraversato, che ci ha illuso e deluso, proprio come i personaggi di Tabucchi, ex generali, ex spie, gente venuta da un mondo ex, e ora eccoli pesare dentro di loro tutti quegli avvenimenti ''rincalcati l'uno sull'altro'', come una bottiglia di plastica ''accartocciata su se stessa''. ''Era dunque cosi', il tempo era aria e lei l'aveva lasciata esalare da un forellino minuscolo di cui non si era accorta''. E il tempo che tutto segna, allo stesso tempo e' lieve come la coscienza, allusivo come i vocaboli e gli aggettivi che formano lo stile dello scrittore di 'Sostiene Pereira' e soprattutto di un romanzo il cui protagonista ben ricorda quelli attuali, 'Tristano muore'. Tristano si chiedeva: ''La vita... appare un po' qua un po' la', come meglio crede, sono briciole, il problema e' raccoglierle, dopo, e' un mucchietto di sabbia e qual e' il granello che sostiene l'altro?'' e come di alcuni nelle pagine uscite ora, di lui resta alla fine solo un profilo, un'impronta a due dimensioni che ricorda l'ombra stampata su un muro di un uomo liquefatto dallo scoppio della bomba atomica a Hiroshima.

    Una volta era un ''notturno indiano', il fascino e il senso di una cultura meno razionalista della nostra, ora per Tabucchi basta un crepuscolo europeo e quella nota di indefinita nostalgia che vive chiunque si accorga dello scorrere della vita e allo stesso tempo avverte che il suo principio di realta' si fa indefinito. E', dietro le apparenze, molto beckettiano questo Tabucchi, come i protagonisti del racconto 'Controtempo', ci invita a tornare ''alla realta' effettuale'' di ognuno di noi, a far la guardia alle rovine, desolate ma umanissime, del passato, perche' l'inverno del nostro scontento non sia solo protesta o acredine.

    di Antonio Tabucchi

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  2. ^Maggy65^
     
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  3. cartona64
     
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    MAH NN MI CONVINCE -_-
     
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  4. MERRYPOPPINS2
     
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    BELLO STO LIBRO
     
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  5. danidg58
     
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    :shifty:
     
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  6. annamery49
     
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  7. cartona64
     
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    :)
     
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6 replies since 9/10/2009, 17:35   62 views
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