Stati umorali d'America

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    Stati umorali d'America

    L'ultima profezia di Andy Warhol: riflettendo sugli Usa degli Anni 80, anticipò l'Europa d'oggi



    Nel 1979 Andy Warhol concepì l’idea di un libro fotografico accompagnato da un testo, uno scambio tra parola e immagine. Ci vollero sei anni prima che l’opera vedesse la luce, e questo accadde nel pieno del periodo reaganiano. Il libro si chiama America, ed è stato da poco tradotto per Donzelli (pp. XXIII-106, euro 15,50 ). Vi sono ritratte le solite celebrità dei quadri colte in momenti della vita d’ogni giorno, ovvero demitizzate, mescolate con il loro opposto: i poveri, i derelitti, le vittime dell’opulenza degli anni Ottanta. Il libro - diviso in capitoli, che ripetono i titoli delle grandi pubblicazioni periodiche americane, People, Life, Vogue - contiene alcune acute riflessioni sugli Stati Uniti e sui miti effimeri di quel decennio. Se l’America funziona «come l’inconscio dell’Europa», come ha scritto Hubert Damisch, l’ultimo libro di Warhol, alla pari dei precedenti e delle interviste, ora raccolte in Sarò il tuo specchio (ed. Hopefulmonster), si presenta come un’anticipazione impressionate di quella che sarebbe stata l’Europa nei due decenni seguenti.

    Nel capitolo intitolato «Washington D.C.» l’artista ha scritto uno straordinario ritratto della società e della politica americana. Comincia con un’apodittica affermazione: «In America tutto comincia sempre dagli stati d’animo». L’umore come chiave di lettura dei comportamenti individuali e collettivi. Continua: «Se molte persone hanno un determinato umore, forse non apprezzeranno un politico, e l’umore le farà votare in modo che quel politico non sarà rieletto».
    Ma è vero anche il contrario. L’umore del politico o del presidente determinerà ciò che dirà la gente, «o perfino la politica da adottare o il modo di governare l’America». Il vero problema, chiosa Warhol, profeta degli stati d’animo, è che questi cambiano in continuazione, a velocità incredibile. Per questo le altre nazioni non sanno cosa pensare di noi americani, poiché «un anno ci sgoliamo per i diritti umani e l’anno dopo miniamo i porti di qualche altro paese». La conclusione: «Siamo umorali e gli umori sono variabili, e tenderemo sempre a cambiare totalmente idea su tutto. Quindi, se costruisci i tuoi valori, le tue regole e le tue leggi sempre a partire dal tuo umore, in un attimo ogni cosa potrebbe capovolgersi, e tutto questo è instabile».

    Warhol ha schizzato un formidabile profilo della società contemporanea, quella che in seguito altri hanno definito «liquida», «frammentaria», «fluida». Andrea Mecacci, curatore dell’edizione italiana di America, ci spiega che è stata la particolare sensibilità estetica di Warhol a permettergli di cogliere questo cambiamento, avvenuto negli anni Ottanta che rappresentano agli occhi dell’artista la deriva indotta dalla fortissima estetizzazione della società americana: «l’estetico è ciò che azzera finalmente la differenza tra l’oggetto e l’umano, traendo con una curvatura falsamente paradossale proprio la sua radice etimologica ("sentire", "senso", "sensibilità")». Negli anni Ottanta gli esseri umani sono stati sottoposti a un’operazione di design fisico e simbolico, i cui aspetti salienti sono il culto del corpo, l’ossessione per la fama, la dipendenza dai media, tutti aspetti che cominciano a manifestarsi in Europa, e in particolare in Italia, solo negli anni Novanta, per raggiungere il culmine all’inizio del nuovo millennio.

    Il governo americano e i media, aggiunge Warhol, sono fantastici: «vogliono solo cogliere l’umore momentaneo dell’America, rifletterlo e dire a tutti gli altri che non sono in quel medesimo stato d’animo di finirla e di iniziare a sentirsi americani come tutti gli altri». Ecco allora che l’incertezza, indotta dall’umore, viene influenzata dai mezzi di comunicazione di massa e dai politici, così che lo stato d’animo prevalente nel paese diventa il tuo stato d’animo: «Puoi convincerti a fare tuo il loro stato d’animo, vale a dire quello che loro pensano stia pensando il resto del paese». Anzi, aggiunge: «Invece di cambiare ogni minuto, saresti allora in sintonia con il resto del paese e cambieresti ogni sei mesi… e ogni quattro anni».

    Una teoria dei media elementare, eppure efficace. Tutto ruota intorno a quella definizione: stati d’animo. Ma cosa sono esattamente gli «stati d’animo»? Lo spiega uno psicoanalista, Ralph R. Greenson: fenomeni passeggeri. Uno stato d’animo si compone di vari affetti che conferiscono un carattere o una colorazione specifica allo stato emotivo di una persona. Sono fenomeni come la noia o l’apatia, ma anche la tristezza, la solitudine, la rabbia, e anche forme d’ansia e d’angoscia più passeggere; oppure il senso di vuoto, frequente negli individui, fa parte degli stati d’animo. Gli psicoanalisti sostengono che la causa di tutto questo è un disturbo nella funzione dell’Io preposta all’esame della realtà, ovvero l’incapacità di formarsi un’immagine interiore di se stessi. Nello stato d’animo appare problematico stabilire un equilibrio tra il sé e il fuori. Greenson sostiene che gli stati d’animo derivano dalla rappresentazione di un proprio stato psichico del passato, del bambino che si è stati: un uomo ansioso non è semplicemente un adulto spaventato, ma è un bambino terrorizzato del passato.

    Warhol è un antesignano di questa umanità degli stati d’animo, e qui c’è anche la spiegazione più attendibile del suo innegabile successo estetico e artistico. Andy ha anticipato le modalità psichiche dei due o tre decenni successivi, in America come in Europa. Alla fine del brano dedicato alla capitale Usa, scrive cinicamente: «Ho sempre pensato che i politici e gli attori siano la vera sintesi dell’America. Possono guardare i vari frammenti del proprio sé, sceglierne uno e dire: “Adesso sarò proprio quel pezzettino qui”. E il pezzettino scelto può essere il più piccolo e meno interessante dell’intera personalità, ma è il pezzettino che tutti vogliono vedere».

    MARCO BELPOLITI

    Autore: Andy Warhol
    Titolo: America
    Edizioni: Donzelli
    Pagine: XXIII-106
    Prezzo: 15,50 euro

    www.lastampa.it/

     
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  2. cartona64
     
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  3. annamery49
     
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    le profezie nn mi vanno!!!!...no..no..
     
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  4. annamery49
     
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    comunque grazie !!!
     
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  5. cartona64
     
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    :lol:
     
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  6. annamery49
     
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  7. danidg58
     
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    ^_^
     
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  9. annamery49
     
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  10. cartona64
     
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9 replies since 29/7/2009, 17:29   60 views
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