BANKITALIA: "ENTRATE IN CALO E DEBITO PUBBLICO RECORD"MANOVRA, IRA DELLE REGIONI

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  1. mammaika
     
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    BANKITALIA: "ENTRATE IN CALO
    E DEBITO PUBBLICO RECORD"
    MANOVRA, IRA DELLE REGIONI


    Debito pubblico a livelli record: ad aprile si è attestato a 1.812,790 miliardi di euro, il livello assoluto più alto mai raggiunto. Entrate in calo nei primi quattro mesi del 2010: le entrate tributarie da gennaio a aprile 2010 si sono attestate a 104,7 miliardi di euro in calo di 2 miliardi in valore assoluto e dell'1,8%. Lo comunica la Banca d'Italia. Il calo dell'1,8% delle entrate tributarie nei primi quattro mesi del 2010 è in rapporto all'analogo periodo del 2009. Nel solo mese di aprile le entrate tributarie - comunica la Banca d'Italia nel supplemento al Bollettino statistico dedicato alla Finanza pubblica - si sono attestate invece a 25,122 miliardi di euro in calo del 2,5% rispetto ad aprile dell'anno precedente.
    Ad aprile il debito pubblico ha quindi registrato il quarto aumento consecutivo. Rispetto ai 1.797,7 miliardi di marzo, il debito ad aprile Š cresciuto dello 0,8%. Rispetto invece alla fine del 2009, il debito Š salito del 2,9%. Il precedente record, in valore assoluto, era stato toccato ad ottobre 2009, quando il debito si era attestato a quota 1.802,264 miliardi.

    DEBITO PESA 30.200 EURO SU OGNI ITALIANO Il debito pubblico italiano, che ad aprile ha raggiunto il record in valore assoluto di 1.812,790 miliardi di euro, pesa per «30.200 euro sulle spalle di ognuno dei 60 milioni di residenti e 82.400 sulle spalle di ogni famiglia». È quanto calcolano le associazioni dei consumatori Adusbef e Federconsumatori. «È una mina vagante destinata a crescere - dichiarano in una nota i presidenti di Adusbef Elio Lannutti e di Federconsumatori Rosario Trefiletti - sia per la crisi economica che per le politiche economiche del centro-destra che non hanno messo in campo alcuna misura per una sua riduzione».

    CRISI, FRATTINI: PRONTI A PORRE IL VETO AI VERTICI UE L'Italia è pronta «a negare il suo consenso all'intero documento» di strategia contro la crisi, giovedì al vertice Ue, «se non ci sarà un riferimento al debito aggregato, non solo al debito pubblico»: lo ha annunciato il ministro degli esteri Franco Frattini, al suo arrivo a Lussemburgo. «Il tema più delicato - ha sottolineato il titolare della Farnesina a Lussemburgo - è il documento del Consiglio europeo sulle nuove strategie economico-finanziarie dell'Europa. L'Italia è pronta a negare il consenso all'intero documento se non ci sarà un riferimento al debito aggregato, non solo al debito pubblico, ma anche al debito privato». «Vogliamo un documento che indichi la sostenibilità dell'intervento per l'Europa - ha insistito Frattini - Parlare solo di debito pubblico vuol dire mancare molti elementi che dovrebbero arricchire quella strategia». L'auspicio del ministro è dunque che «vi sia una discussione utile per integrare quel documento, perchè altrimenti allo stato l'Italia non lo può condividere nè adottare».

    FORMIGONI PROTESTA «Se la manovra non cambia saremo costretti a tagliare i servizi o ad aumentare le tasse, cioè a mettere le mani nelle tasche dei cittadini. È il contrario della politica che il centrodestra sostiene». È quanto afferma il Governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, in una intervista a Repubblica in cui spiega che «gli sprechi sono a Roma, non nelle regioni virtuose». Secondo Formigoni occorre «dividere i tagli per i quattro comparti pubblici: ministeri, Regioni, Province e Comuni. Una modifica elementare che renderebbe la manovra sopportabile». In caso contrario, rileva, «gli effetti ricadrebbero sui contributi alle imprese, sul trasporto locale, l'ambiente e la scuola. Proprio i capitoli di spesa che passeranno alle Regioni con il federalismo». Formigoni dice di non contestare la manovra, nè la sua entità, ma precisa che «se i tagli saranno orizzontali, uguali per tutti, regioni virtuose e non, sarà come non aver cambiato nulla. Se lo Stato ci taglierà altri fondi saremo costretti a scegliere tra introdurre nuove tasse, tagliare i servizi o le strutture della sanità: tutte ipotesi inaccettabili».

    LA PROTESTA DELLE REGIONI Le Regioni lanciano contro la manovra del governo una mobilitazione che si preannuncia combattiva e risoluta. Dopo lo scontro che si è consumato giovedì scorso fra i governatori e il ministro Tremonti contro «l' insostenibilità» delle misure anticrisi, oggi il presidente della Conferenza delle regioni, Vasco Errani, rilancia: la manovra sia «più equa» e «coinvolga tutti i livelli istituzionali della Repubblica. Soprattutto, abbia il minore impatto possibile sui servizi ai cittadini e alle imprese». Come primo atto operativo, ha convocato per martedì 15 giugno una Conferenza straordinaria. A distanza, da Levico Terme, dove è intervenuto alla Festa nazionale della Cisl, il ministro Tremonti commenta: «Fino ad ora alle Regioni è stato dato, se si fermano per un giro non è che succede...». In mattinata il ministro aveva criticato i criteri per l' assegnazione dei fondi da parte del Viminale (ma non per colpa dei funzionari ma dei legislatori) ai Comuni. «Vi sembra civile un Paese che dà un punto di Pil a metà dei Comuni in base a criteri che nessuno conosce?» aveva detto. «Nessuno mette in dubbio - osserva però Errani - la fase difficile attraversata dal Paese e la necessità di interventi finanziari adeguati, ma occorre costruire una manovra equa. Dopo gli incontri con le forze politiche, i capigruppo parlamentari di maggioranza e opposizione e dopo il confronto con le parti economico-sociali presenteremo le nostre proposte, partendo da una condivisa assunzione di responsabilita. Spiegheremo, dati alla mano - annuncia ancora - ai cittadini, alle organizzazioni sindacali, alle associazioni rappresentative del mondo produttivo, a forze politiche e mezzi di informazione le conseguenze della manovra». Sul versante Veneto, il governatore Luca Zaia, ha confermato la convocazione «per discutere delle manovra, punto. Tutto il resto è da concordare. Sto facendo l'impossibile per essere presente, visto che per noi il martedì è giorno di giunta. Comunque il Veneto sarà rappresentato. È fuor di dubbio che vengono chiesti dei sacrifici immani» e che se la manovra resta così «dovremo tagliare su molti fronti» ma il dialogo con il governo è aperto e la riunione di martedì - spiega Zaia - è stata convocata proprio per discutere di eventuali «modalità alternative». Non mancano i governatori impegnati nella loro regione martedì, come Nichi Vendola alle prese con le dichiarazioni programmatiche in Consiglio, ma manderà un rappresentante.


     
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  2. ^Maggy65^
     
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  3. stella58
     
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  4. annamery49
     
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3 replies since 14/6/2010, 11:48   23 views
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